mardi 5 juillet 2011

Sud Lipèz y Salar Uyuni (Bolivia)

Non v'è turista in viaggio dal Cile alla Bolivia o viceversa che non transiti per il Sud Lipèz, regione del sud-ovest della Bolivia. Le ricchezze territoriali hanno spronato numerose agenzie a proporre escursioni di 3-4 giorni attraversando questa zona, in un senso o nell'altro.
Ancora una volta, per scegliere un'agenzia che sia affidabile e sicura, ci affidiamo ai consigli del "Routard", nonché a quello che ci disse Sandra, la tedesca.
Mercoledì 15 giugno aspettiamo più del dovuto il pullmino che ci porta al confine con la Bolivia, da dove parte la "vera" escursione. Dopo una ricca colazione consumata all'addiaccio a più di 4'000 metri, carichiamo la jeep 4x4 con tutti i nostri bagagli; quelli grandi prenderanno spazio sul portapacchi, con due bidoni di benzina e una bombola di gas. Condivideremo (per i prossimi tre giorni) il fuoristrada con una simpatica coppia statunitense (Moira e Daniel) di San Diego. Al volante ci stà Andres, provetto autista che conosce quei luohi come pochi altri. L'altra jeep dell'agenzia è occupata da ragazzi inglesi (gli inglesi, in generale, non parlano altra lingua all'infuori di quella di Shakespeare, così che fortunatamente troviamo nei due americani una coppia con cui scambiare facilmente pareri e battute in spagnolo).
Partiamo così il primo giorno ai piedi del (mitico) vulcano Licancabur (protagonista di favole e leggende ). Malgrado le cime circostanti imbiancate svettino 2'000 metri sopra di noi, il paesaggio è sabbioso e il cammino piuttosto pianeggiante. I colori della terra variano dal grigio al marrone, passando da tonalità di giallo e rosso.
Giungiamo al primo rifugio dopo esserci bagnati in una pozza d'acqua calda venuta naturalmente dal sottosuolo ed esser transitati dalle lagune bianca, verde e salada. La più spettacolare è sicuramente la laguna colorada, incontrata in seguito, per l'intenso color rosso che presenta, in forte contrasto con tutto quello che ci sta attorno. Al rifugio prendiamo un tè caldo, una cena sostanziosa e passiamo la nottata sotto diversi strati di coperte.
La strada percorsa il secondo giorno si fà più tortuosa e il paesaggio cambia, perchè dai 4'500 metri scendiamo a poco a poco di quasi 1'000 metri. Sul percorso incontriamo altre lagune ( caratterizzate da un colore bianco che indica la presenza del minerale Borax), formazioni particolari levigate dal vento e maggior vegetazione. Ne marca la presenza una Vizcacha (coniglio selvatico), che prontamente fotografiamo mentre scendiamo un cammino realizzato secoli addietro dal popolo Inca. Poco più sotto un'altra fermata è d'obbligo, ma per altri motivi... L'ultima ora di viaggio è interamente pianeggiante. Cominciamo ad attraversare un'estesa pianura salata situata all'estremo sud del Salar de Uyuni; sebbene sia meno spettacolare di quanto ci spetterà il giorno seguente, cominciano ad evidenziarsi le dimensioni di quello che è il Salar più grande al mondo: 12'500 chilometri quadrati di superficie. Una rotaia lunga e diritta indica l'esistenza di una linea ferroviaria tra Bolivia e Cile, ormai da parecchi anni in disuso. I treni, che venivano utilizzati soprattutto per il trasporto di materiale, sono stati soppiantati da autocarri, mezzi più flessibili ma meno sicuri e dal maggior impatto ambientale. La seconda notte la trascorriamo in un hotel di sale gestito da gente indigena che riceve, 365 giorni all'anno, turisti da tutto il mondo. L'edificio è costituito interamente da blocchi di sale compattato e indurito come cemento, che sembrano mattoncini LEGO precisamente accastonati.
Il terzo giorno, al levar del sole già ci troviamo sulla jeep, un Land Cruiser, in procinto di raggiungere l'isola Incahuasi. I dieci centimetri d'acqua che in quel momento ricoprono l'immensa distesa di sale, sembrano farci scivolare in mezzo ad un lago d'acqua... dolce; intorno a noi, acqua! Dal finestrino, di tanto in tanto, controlliamo il buon funzionamento del veicolo e lo spessore d'acqua, che si fa sempre minore... Gloria prende fiato...! Il cielo ricoperto di nuvole all'orizzonte rende ancor più magica e pittoresca l'alba; il tutto si rispecchia nella poca acqua che ancora ricopre il fondo salato.
All'isola facciamo colazione, percorriamo il sentiero turistico tra Cactus centenari e approfittiamo del deserto salato dagli orizzonti infiniti per fotografare giochi di prospettiva.
Ripartiamo per Uyuni.
Poco prima di giungere a destinazione attraversiamo un povero paesino i cui abitanti vivono della materia prima che in gran quantità li circonda. La giornata, gli uomini la passano in mezzo "all'oro bianco" con i propri figli maschi, pala e picozza in mano e coperti da passamontagna e occhiali perchè il sole non bruci loro pure il viso, accumulando sale grezzo in tanti mucchi di egual dimensione che apporterà, loro malgrado, pochi soldi. Secondo esperti, sotto la crosta di sale giacerebbe più della metà delle riserve mondiali di litio, prezioso metallo alcalino. Tuttavia, il sito è teoricamente protetto, quindi il suolo non sfruttabile diversamente...
La sola attrazione di Uyuni, sconsolata cittadina diventata meta d'obbligo di turisti in passaggio, risiede nel cimitero di locomotive e vagoni, abbandonati per sempre a pochi passi dalle prime abitazioni. Numerose carcasse di ferro arrugginite dalle intemperie testimoniano tempi lontani; un palcoscenico ideale per scatti in bianco e nero. Nascosta dai flash, una povera famiglia cerca ricchezza tra la ferraglia. Dopo aver pranzato per un'ultima volta tutti insieme, ognuno di noi riguadagna la propria strada.

2 commentaires:

  1. Leggendo il vostro racconto , confrontando l`atlante ho calcolato che avete percorso circa i3/4 del vostro lungo viaggio . Forza vi manca poco ....Leggiamo sempre volentieri i vostri diari . Donata .

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  2. Leggendo gli ultimi 2 racconti e guardando le ultime foto avrei voluto, a volte, essere al vostro posto...soprattutto quando descrivavate quelle albe fantastiche, il viaggio in 4X4:-) e la salita sulla montagna...certo è che le albe sono belle in qualsiasi parte del mondo e le montagne anche! Sabato prox parto anch'io in vacanza, tutt'altra meta, ma sicuramente fantatica:-)Ciao ciao

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