mardi 21 juin 2011

Foto norte de Salta


Facciata caratteristica


Tropico del Capricorno



Bébé - lama



Cena romantica a Tilcara



Squarcio sul Salar Salinas Grandes



Oasi con lama e asini



Installazione fotovoltaica



Viadotto La Polvorilla - Tren a las Nubes



Raggi di sole a Purmamarca



Lui, nella roccia



Lei, nella roccia



Mimetismo di un complesso turistico



Riflessi



Vallata colorata







Cerro de los Siete Colores


 
Artigianato locale



Cerro Hornocall



Asinelli



La mitica Gol



Vicugne



Bacini d'acqua nel Salar



Forme geometriche sorprendenti



Raccolta di sale



Giochi di prospettiva...




... e d'equilibrio!



Ruta National 40



Forni a legna e solare



Tren a las Nubes



Curve stradali




Rocce variopinte


 

Norte de Salta

Una giornata diversa dalle altre, un po' più noiosa ma che ci riserverà tuttavia un finale inatteso molto entusiasmante. Non ci aspettavamo infatti di riuscire ad arrivare fino a quel magnifico paesino... lassù nelle selvagge montagne andine... Sì, una giornata non usuale perchè la trascorriamo per la maggior parte del tempo in auto, nella "nostra" mitica Gol bianca... anzi ora non più perchè ricoperta di terra rossa. Viaggiamo e viaggiamo...; sebbene non sia per nulla accessoriata la piccolina svolge bene il suo lavoro trasportandoci dove desideriamo. Partiamo da Cafayate, città che ci è piaciuta molto, per quanto riguarda tutti gli aspetti, ostello, escursioni, visite turistiche di "bodegas" e caseificio caprino, cibo, eccetera! Imbocchiamo la Ruta 68, la quale ci dirigerà verso Salta, percorrendo la già da noi in parte conosciuta Quebrada de Las Conchas (nei suoi canyons e montagne abbiam fatto una stupenda gita il giorno precedente). Lungo questa vallata facciamo di tanto in tanto una qualche fermata, ne approfittiamo per osservare e fotografare le belle e maestose formazioni rocciose che la forza della natura ha saputo realizzare e che ora presenta senza troppa vanitosità all'essere umano.
Durante una di queste tappe, una dolce e soave melodia arriva alle nostre orecchie. Stupiti dal magico suono lo seguiamo, per giungere infine in un luogo al riparo da un'imponente roccia grigia striata dove si trova un uomo che con grande destrezza si diletta suonando una magnifica ocarina di terra cotta. E' proprio lui stesso che artigianalmente e con materiale naturale della zona costruisce tale strumento... Una forte emozione prende i miei sentimenti... nella mia mente riaffiorano infatti i commoventi ricordi di quella preziosa ocarina che ricevetti all'età di quattro anni dal caro zio Rafaèl. Quell'ocarina ebbe vita breve perchè forse veramente troppo fragile per una bimba di quell'età. Piansi moltissimo quando davanti a me sul pavimento di casa c'erano niente di più che dei cocci di terra cotta rossa... E' proprio per questo motivo che, nello stesso istante, anche il sentimento di felicità di poter riavere nelle mie mani una stupenda ocarina artigianale ha preso il suo spazio nel mio cuore. Da quel giorno questo piccolo gioiello strumentale ci accompagna, seguendo ogni nostro instancabile passo!
Dopo parecchie ore di viaggio, giungiamo nelle vicinanze di Salta. Non sappiamo bene che fare... proseguire ancora fino a Jujuy, città che secondo "La guide du Routard" non offre nulla di interessante, o fermarci per una notte a Salta, città già vissuta e molto bella??? Un attimo di condivisa riflessione e poi... pronti, partenza e via per qualche ulteriore ora di viaggio (questa volta tuttavia percorrendo l'autostrada, maniera di viaggiare molto più rapida ma pure noiosissima!) arriviamo all'ora della merenda a Jujuy, dove ci rechiamo immediatamente all'ufficio del turismo. Lì, dopo aver ascoltato attentamente il nostro futuro programma di viaggio, ci consigliano di continuare lungo la strada che sale nelle montagne per ancora poco meno di un'oretta, in modo da non rimanere inutilmente una notte in città (Jujuy è veramente brutta e senza particolari attrazioni turistiche). Una breve pausa-merenda in un bel bar, moderno rispetto a tutto il resto della città, sorseggiando tè di coca e gustando una deliziosa torta di mele appena sfornata e poi partiamo per l'ultimo tratto di viaggio della giornata, che ci porterà sù sù nella Quebrada de Humahuaca, bella vallata del nord dell'Argentina.
Appena lasciata la città, tutto immediatamente diventa di nuovo bello ed affascinante. Madre Natura si mostra di nuovo ai nostri occhi nella sua massima bellezza quando finalmente giungiamo a Purmamarca! Un piccolo paesino, costituito da casette costruite in maniera tradizionale, con mattoni fatti di fango e paglia e il tetto di legno di cactus, bambu e paglia. Preziosi poveri gioiellini architettonici! Molteplici viuzze affluiscono nella piazza centrale "sommersa" da bancarelle di prodotti artigianali fantasticamente variopinte, che donano un aspetto molto vivace al paesino.
Ciò che rende Purmamarca semplicemente magico è però un'ennesima maraviglia della natura: el Cerro de los Siete Colores. Si tratta di una modesta montagna dal punto di vista delle sue dimensioni, ma ricchissima per il suo aspetto estetico! Questa piccola principessa fa da sfondo al paesino, mostrando all'umanità la ricchezza di minerali che la costituiscono, esibendo una varietà di colori straordinaria. Viola, beige, verde, rosso, arancione, ... un insieme di tinte che assomiglia ad un quadro d'arte moderna astratta! Che gioia per la vista e l'anima! Pernottiamo ai piedi di quest'opera d'arte naturale, in modo da poter approfittare il giorno seguente dei primi raggi di sole su di essa, facendo una salutare passeggiata di buon mattino. La luce del sole riesce infatti a risaltare ancora di più i rilievi ed i colori della roccia multicolore. Un paesaggio semplicemente incantevole!
Dopo una visita al mercato in piazza e qualche acquisto artigianale e culinario lasciamo Purmamarca, semplice villaggio che ci ha colmato di gioia, in direzione di Humahuaca, cittadina situata ancora più al nord dell'Argentina. Per recarci fin lassù percorriamo il resto della Quebrada de Humahuaca, molto bella perchè puramente selvaggia ed incontaminata all'infuori dai centri abitati!
Facciamo una pausa a Tilcara, tipico paesino andino anch'esso come il precedente, i cui abitanti presentano sempre di più i tratti fisici indigeni e le tradizioni, culturali e non, la fanno da padrone!
Proseguiamo in seguito per raggiungere Humahuaca... da quest'ultima rimaniamo però un po' delusi, non troviamo in lei quella tipicità di cittadina andina che ci aspettavamo. Una gustosa cenetta in un tradizionale ristorantino rallegra malgrado tutto i nostri pensieri!
Il giorno successivo partiamo accompagnati da qualche dubbio verso Iruya, sapendo già in principio che molto probabilmente non riusciremo a raggiungere questo minuscolo nucleo andino montano... noi con spirito ottimista ci proviamo ugualmente!
Trascorse due orette, già di nuovo passiamo da Humahuaca di ritorno dall'impresa fallita... la "nostra" piccola Gol non ci permette di percorrere la strada sterrata ed in cattivo stato che ci avrebbe condotto fin lassù ad Iruya... che peccato!
Prontamente ci decidiamo per un'escursione alternativa... Imbocchiamo un'altra strada sterrata ma in uno stato molto migliore rispetto alla precedente. Quest'ultima dopo moltissimi chilometri e metri di dislivello ci porterà fino alla cima di un'alta montagna, dalla quale si puo' osservare il colorato e ricamato Cerro Hornocall. Un panorama mozzafiato, un altro di quei momenti che ti fanno rendere conto di quanto la natura ci puo' regalare senza pretendere nulla in cambio! L'unico neo in quel preciso momento? Lassù a più di 4'000 metri di altitudine è il vento... un vento fortissimo che non ci lascia sostare a lungo... anche per la paura che l'auto voli via nel cielo!
Scendiamo pian pianino di qualche migliaio di metri, facciamo pic-nic e ci dirigiamo vero Humahuaca. Portiamo con noi un ometto trovato per stada che faceva autostop! Un uomo particolare, speciale, di quelli la cui vita li ha già consumati... Era tutto sporco, vestito di abiti fradici di sporcizia, la pelle del suo viso era scurissima perchè bruciata dal sole, le sue mani tozze e piene di calli con le unghie nere di "schifezze"... e per lo più puzzava parecchio...! Un uomo che sa tuttavia come sopravvivere, lavorando e lavorando per procurarsi ciò di cui sostentarsi! Un vero uomo!
Lo lasciamo ad Humahuaca con una forte stretta di mano che.. a causa della "mia" estrema cultura dell'igiene occidentale ci fa poi pulire le mani con delle salviettine umide profumate Johnson&Johnson! Sarà comunque un incontro del quale non ci scorderemo mai!
Qualche altro chilometro di viaggio ci aspetta... fino a Tilcara, dove decidiamo di pernottare per una notte. Una trasferta strana e misteriosa, una bufera di sabbia si innalza nel cielo... sembra di essere in un mondo estraneo! Sarà forse un fenomeno legato all'eruzione del vulcano Puyehue in Cile di cui verremo a conoscenza il giorno seguente??? Chi lo saprà mai...
La cosa che mi è piaciuta immensamente è stata che, a causa di tale fenomeno, nel paese di Tilcara è mancata l'elettricità e dunque la luce fino a sera inoltrata... Per forza di cose abbiamo così approfittato di una cenetta molto romantica a lume di candela... in un molto accogliente ristorante rustico-moderno! Cena a base di insalata mista, spiedini di carne di lama con quinoa e come dessert il tradizionale "budin de pan"! Il tutto accompagnato da un buon vinello! Che delizia! La cena più prelibata che abbiamo gustato nel nord argentino!
Rientrando all'ostello sentiamo una festosa musica folkloristica, ci avviciniamo al ristorante da cui fuoriesce, ci guardiamo negli occhi e senza esitare ci entriamo... Un'atmosfera fantastica, che se non avessimo vissuto avrebbe rappresentato un pezzo di puzzle in meno nel nostro viaggio!
Il giorno seguente partiamo per un lungo tragitto. Sù sù sù e ancor più sù nelle alture andine per giungere fino a Salinas Grandes , il primo di tutti i salar che vedremo durante il nostro viaggio sudamericano! Una distesa bianca, candida che contrasta meravigliosamente con il blu intenso del cielo sovrastante! Le caratteristiche forme geometriche presenti sulla superficie della distesa di sale sono semplicemente stupefacenti, sembra costituiscano un'immensa e infinita tela d'arte contemporanea! Molto interessante è stato anche osservare come lavorano gli uomini che raccolgono il sale, per poi portarlo alle fabriche che lo iodizzeranno per la futura vendita!
Dopo vari scatti fotografici ripartiamo. Attraversiamo un vasto altipiano che ci porterà fino a San Antonio de los Cobres, dopo circa quattro ore. Sembra di essere soli al mondo, molto vicini al cielo ed al sole, solamente vicugne, lama e asini ci fanno compagnia! Ah sì, incrociamo un camion e due auto che percorrono la stessa strada in direzione opposta! Ad un certo punto, un pozzetto contenente un po' di acqua ci sorprende... attorno ad esso moltissimi lama e qualche asino giunti fino lì per dissetarsi... che quadretto da favola! Poco dopo un cartello indica una deviazione verso un paesino in miniatura dove si trovano un ristorante, una chiesetta, un museo con un negozio di artigianato e quattro case. Una famiglia numerosa ci accoglie mostrandoci il museo, vendendoci delle calzettone di lana di lama e preparandoci delle squisite "empanadas" per il pranzo! Una sosta che ci regala un sentimento di allegria!
Dopo pochi minuti dalla partenza, ecco che davanti a noi appare un'altro ometto, anch'esso che sta facendo autostop! Questa volta si tratta di un uomo ancora più anziano, ci dice di avere 90 anni! Da quello che riusciamo a capire quando parla, sembra che viva con la sua amata più sù nell'altipiano e che debba recarsi a San Antonio per fare degli acquisti! Il viso di questo piccolo uomo è nero, nel vero senso della parola! Una pelle mangiata dai raggi solari! Io dallo specchietto retrovisore riesco a vedere niente di più che una sagoma nera, solamente girandomi per rivolgergli la parola riesco a vedere i suoi occhi! Cerco di farlo sentire a suo agio, con noi turisti dalla pelle bianca, domandandogli qualche dettaglio sulla sua vita... Purtroppo però quando lui risponde non si capisce quasi nulla! Eheh...
Finalmente un vero contatto molto diretto con una persona indigena! Ci ha fatto molto piacere trasportarlo dove lui necessitava, tanto che quando scende dall'auto gli chiediamo il permesso di una fotografia con lui!
L'arrivo a San Antonio è molto festoso, una signora con due bimbi si trova all'ufficio turistico... vende artigianato... le comperiamo alcune cose molto carine. La stessa ci accompagna poi alla ricerca di un ostello! Lo troviamo rapidamente.
Poco dopo ripartiamo subito ancora per raggiungere il viadotto ferroviario più famoso ed alto del mondo, chiamato "La Polvorilla", a 4'220 metri! Una costruzione imponente, fino alla quale giunge "el tren a las Nubes", il treno che viaggia il più vicino alle nuvole, cioè quello più in altitudine di tutti quelli esistenti (treno oggigiorno turistico e molto costoso)!
Dopo una notte di riposo, imbocchiamo la strada che costeggia in gran parte tale ferrovia. Essa, dopo parecchie ore di viaggio e bei paesaggi da ammirare, ci porta fino a Salta. Proprio lì, purtroppo, ci tocca ritornare la mitica Gol all'agenzia che ce l'ha noleggiata!
... Insomma, nove giorni di trasferta in auto, sfruttando al massimo il tempo che corre, visitando tanti luoghi, alcuni molto diversi tra loro, ma comunque tutti con un proprio fascino particolare che, difficilmente, può sfuggire dal cassetto dei ricordi di chi lo ha potuto conoscere!

Foto sur de Salta




Strade infinite...


Lama nella carreggiata?


Essicatoio natuarale di peperoni


Contadino indigeno al lavoro


Legno di cactus


Bodega Vasija Secreta


Reperti storici: il mortaio


Vari stadi di essicazione di peperoni


Deliziosi formaggini di capra


Empanadas di Cafayate


Contrasti... semplicemente


"Carta da pacco accartocciata"



Vie percorse... con entusiasmo


Casona solitaria


Prospettiva montana






Antico veicolo... da esposizione



 
 



Antico veicolo... utilizzato tutt'ora!


Colori


Che forzuto!


Ma... anche lei!


Trinità di tinta rocciosa


Una linea... bianca


Felice trekking nella Quebrada de Las Conchas


Striature minerali...


... della roccia!


Eccoci... nel mezzo di una bella camminata!


Vista dall'alto del trekking


Il soffice bébé-lama


Le rovine di Quilmes


Rosso e verde e... altri colori!


La FORD Falcon


"There are no limits"